La stretta relazione tra mente e corpo ci spinge a utilizzare il corpo come grande risorsa per il cambiamento, soprattutto in tutte quelle situazioni in cui si sperimentano difficoltà o disabilità. E’ attraverso il corpo che ci muoviamo nel mondo e che agiamo sull’ambiente per mezzo dell’azione e del movimento: un corpo che agisce, pensa e sente entrando in relazione con altri corpi. Un corpo quindi in perenne trasformazione, per mezzo della relazione con l’ambiente, fisico e sociale.

Il corpo e il movimento in generale sono da intendersi come ciò che genera e interpreta la realtà, oltre che mezzi attraverso cui circola il significato dell’esperienza, la quale non sempre è traducibile in termini verbali: pensiamo al “saper fare”, una conoscenza implicita che difficilmente può tradursi in un resoconto verbale. Allo stesso modo una storia raccontata verbalmente necessita della componente non verbale (e quindi corporea) per poter farne comprendere il reale senso.
La Psicomotricità intende intervenire sulle difficoltà attraverso il corpo e il movimento, elementi essenziali nel nostro rapporto con il mondo; l’elemento principale è quello di evitare una riabilitazione richiedente e che tende a mettere di fronte alla persona la sua inefficacia o incompetenza, ma anzi: la motivazione e la piacevolezza dell’esperienza guidano in modo predominante il sistema limbico, che agisce come attivatore della condotta della persona.
La Psicomotricità Funzionale pone grande rilevanza al corpo e al movimento, utilizzando varie metodologie per studiare e intervenire sul movimento della persona, inteso come modalità di espressione della sua condotta globale. Con il termine “Funzionale” si fa riferimento alle funzioni biologiche, alle varie funzioni del Sistema Nervoso Centrale e agli adattamenti che la persona compie nei suoi movimenti.

In un percorso psicomotorio vengono primariamente indagate e valutate le aree biologiche, cognitive e di movimento della persona, attraverso un’analisi funzionale: come la persona si muove, quali sono le sue criticità, le necessità di potenziamento, ma soprattutto i suoi punti di forza. Solo così è possibile impostare un percorso su misura per la persona, secondo obiettivi condivisi.
Nel percorso psicomotorio con i bambini (ma anche con gli adulti), l‘obiettivo generale è quello di portare il bambino a utilizzare tutte le risorse che possiede, riguardanti la motricità e sensorialità, per compiere uno sviluppo positivo e funzionale alle sue esigenze. Nel proporre le esperienze psicomotorie, tuttavia, si riconosce l’aspetto piacevole delle stesse, in modo da favorire la motivazione e quindi un esito positivo del cambiamento. Il piacere di far qualcosa deve però essere accompagnato dalla realizzazione di un obiettivo, con un certo sforzo personale: non bastano esperienze psicomotorie che motivano, ma risulta fondamentale poter accettare determinate cose che magari spontaneamente non si sceglierebbero, dando vita quindi a un “metodo attivo”.
Facendo un parallelismo con ciò che accade a livello motorio e biologico, la Psicomotricità Funzionale trova riscontro nel proporre e stimolare nuove modalità di “funzionamento”, rendendo possibile la creazione di nuove vie neurali a livello neurobiologico, così da favorire nuove modalità di movimento e quindi adattamento all’ambiente circostante. La piacevolezza dell’esperienza (sistema limbico), unita alla motivazione e all’intenzionalità (corteccia cerebrale), possono stimolare la modalità di regolazione del tono (formazione reticolare), così da creare nuovi e più adattivi comportamenti.
L’obiettivo non è quindi quello di sostituirsi al bambino, ma lasciare ad esso la riuscita e il successo in funzione dello scopo che persegue, lasciando spazio all’intenzionalità: non vengono indicate le modalità per raggiungere un obiettivo, ma vengono forniti gli strumenti per poter attivare nuove competenze per perseguirlo.
Con persone che sperimentano difficoltà, la psicomotricità interviene su quei prerequisiti che sono fragili per mancata esperienza, oppure per aumentare la disponibilità all’apprendimento, attraverso una serie di movimenti che vanno ad attivare circuiti neuronali capaci di risvegliare nuove e più funzionali abilità.

A CHI È RIVOLTA LA PSICOMOTRICITÀ?
La Psicomotricità Funzionale è rivolta a tutti, in tutte le fasi di sviluppo e crescita: adulti, adolescenti e bambini.
In particolare, per i bambini si rivolge principalmente a:
- a bambini con autismo, disprassia, disabilità intellettive, paralisi cerebrali, difficoltà di attenzione e iperattività;
- bambini con difficoltà temporanee o ritardi nello sviluppo;
- bambini che devono acquisire i prerequisiti necessari per l’inserimento scolastico.
Presso il nostro Studio svolgiamo percorsi di gruppo e individuali per bambini e adolescenti, adulti e terza età.
dr.ssa Sara Verdini, Psicologa, Psicomotricista Funzionale
Studio Sinapsy